Magritte è uno degli artisti surrealisti più famosi. Alcune delle sue opere, ad esempio Ceci n’est pas una pipe e alcune con i famosi uomini in bombetta, sono ormai diventate vere e proprie icone.
Magritte e il surrealismo… Spiegato ai bambini!
Come abbiamo già scritto in questo articolo “Il surrealismo” che contiene una divertente attività per bambini, è un movimento che abbraccia molte discipline diverse, dalle arti visive alla letteratura, dal teatro al cinema.
J. Mirò, Il cacciatore (paesaggio catalano)1923-24. Olio su tela. Particolare.
Il fondatore del movimento è André Breton, francese, che nel 1924 scrive un vero e proprio Manifesto, ovvero un documento nel quale scriveva tutte le caratteristiche che, secondo lui, l’arte surrealista aveva e doveva possedere.
Tra queste, una delle più importanti è sicuramente l’accostamento apparentemente incongruo di immagini e/o parole. In linea di massima possiamo affermare che, per quanto riguarda la pittura, il movimento convogliò le energie di artisti che si servirono di mezzi tradizionali trattando di scene immaginate, sogni ed elementi apparentemente discordanti e di altri che, invece, utilizzarono tecniche non tradizionali.
Magritte, di cui parliamo oggi, utilizza tecniche pittoriche tradizionali per veicolare il paradosso, l’illogicità del pensiero logico e le situazioni impossibili; il tutto con un pizzico di humor tipicamente belga.
Magritte e la pipa: qual è il significato?
In quest’opera vediamo dipinta (ebbene sì, è un olio su tela!) una pipa e, nella parte inferiore, la famosa frase “Questa non è una pipa”. Il titolo originale dell’opera, spesso poco noto al pubblico, è L’uso della parola I, e il dipinto risale al 1928-9.
R. Magritte, L’uso della parola I, 1928-29. Olio su tela.
Ma… Perché Magritte scrive proprio quella frase? Quella che vediamo dipinta nell’opera non è forse una pipa?
Sì… O meglio, no! È la rappresentazione di una pipa
Magritte per bambini: spiegazione e analisi dell’opera!
Chi di noi non ha mai visto un abbecedario? Ci hanno accompagnati durante lunghe ore di studio! Accanto al disegno -molto semplificato, peraltro- di un oggetto, trovavamo il nome di esso, spesso scritto in corsivo.
In quest’opera Magritte, riprendendo questa consuetudine conosciuta pressoché universalmente, dipinge in modo molto semplice un banale e comune oggetto, una pipa. Sotto, però, scrive che non si tratta davvero di una pipa bensì della sua rappresentazione.
In questo modo -un modo geniale nella sua semplicità!- ci sta mettendo in guardia su una delle più profonde (e sbagliate) convinzioni che nutriamo nei confronti dell’arte, quella secondo cui debba rappresentare nel modo più realistico e verosimile possibile la realtà e le cose che ne fanno parte.
R. Magritte, Galconde, 1953. Olio su tela.
L’arte, sembra dirci Magritte, non ha a che fare con la realtà che ci circonda ma con i nostri pensieri su di essa!
L’arte, quindi, dovrebbe essere considerata come un sistema espressivo, esattamente come la scrittura, che non mira a riprodurre illusionisticamente la realtà ma che tende a fornirci un punto di vista su di essa, un’idea o una particolare prospettiva. Il pregio di un’opera non risiede nella bravura dell’artista a imitare ciò che vede! Questo, se pensiamo all’arte dei surrealisti, è un messaggio molto importante da veicolare agli spettatori ma in fondo ben si adatta a tutta la storia dell’arte!
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